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Cani di città

il mio cane di città

Joy, cane di città, si gode un momento di riposo durante una passeggiata in montagna

Ho avuto il mio primo cane da bambina, regalo estivo di uno zio a me e a mio fratello. Era una piccola meticcia incrocio tra un volpino e …un tram! come ci disse allora il veterinario!

Erano gli anni ’70! E negli anni ’70 anche in una grande città come Milano la vita era molto più tranquilla rispetto ad oggi.

Per i più giovani è inconcepibile al punto da sapere di “leggenda metropolitana”, ma vi assicuro ragazzi che è vero, io c’ero e l’ho vissuto in prima persona: a Milano, negli anni ’70, si giocava a pallone nella via sotto casa e, ogni tanto, qualcuno gridava: “Macchina!”

Negli anni ’70 cani in città c’erano ma non erano poi così tanti!
Gli adulti erano fermamente convinti che un cane avesse bisogno di spazio per correre e di stare all’aria aperta …e probabilmente avevano ragione.

Ad ogni modo forse perchè i cani non erano molti, forse perchè allora tutto funzionava in modo un po’ diverso rispetto ad oggi, i cani che c’erano giravano per lo più liberi, seguendo il padrone per le strade durante la passeggiata senza essere tenuti al guinzaglio e scorrazzando indisturbati nelle, già allora poche, aree verdi.

Al guinzaglio si vedevano quasi solo i cani considerati “da guardia” come i grossi cani lupo o i dobberman e qualche boxer particolarmente irrequieto. Le museruole erano un oggetto poco diffuso. La maggior parte delle persone portavano il loro cane dal veterinario solo per l’antirabica e nel caso stesse proprio male …ed essere padroni “educati” significava far “sporcare” il proprio cane giù dal marciapiede o in un angolo discosto dal passaggio.

Quanto alle crocche …le crocche …boh! forse c’erano anche ma, in vero, non ricordo di aver mai sentito parlare di crocche, nè di scatolette, nè di cibo diverso per le diverse età del cane!
Il mio cane, come quelli dei miei amici, mangiava riso soffiato mescolato ad avanzi di cucina o agli “scarti” (si fa per dire!) di carne e pollo che ci conservavano il macellaio e il pollivendolo.
Solo più avanti, a inizio anni ’80 mi sembra, cominciava a venir pubblicizzato del cibo per cani …e credo che i miei coetanei ricordino benissimo quello spot con dei bellissimi cani che correvano per la campagna per poi approdare felici alle loro ciotolone piena di pezzi di carne, con il loro padrone che, con una spiccatissima calata toscana diceva: “io do PAL ai miei cani, perchè ci sono dei bei pezzi di carne dentro”!

Sono passati molti anni da allora. Siamo in un nuovo secolo e, addirittura, in un nuovo millennio. La vita è molto più frenetica. Non si trova un parcheggio a pagarlo oro e di bambini che giocano a pallone per strada non se ne vedono più!

E i cani?! 
I cani si sono decisamente moltiplicati! Si mormora che ce ne siano almeno 8 milioni in Italia …ma questo numero comprende solo i cani regolarmente registrati all’anagrafe canina.
Se contiamo che stando all’ultimo censimento la somma di bambini e ragazzi in Italia è pari a poco meno di 11 miloni  …che dire! Ci sono quasi più cani che bambini!

Ma la cosa pazzesca non è il numero di cani in sè, bensì il fatto che moltissimi di loro vivono in città!

Sembra assurdo no?!
La vita in città, specie nelle grandi città, è sempre meno a “misura d’uomo”, sono anni ormai che non è più assolutamente a “misura di bambino” e men che meno a “misura di cane”, eppure i cani in città sono sempre di più.

Ed ecco allora il senso di questo nuovo blog che non si chiama “amico cane” o “che bello avere un cane” o “parliamo di cani” o qualsiasi cosa del genere.

Questo blog si chiama Cani di Città perchè vuole parlare esclusivamente di questo: come vivono i cani in una città e come vivono i loro padroni!

Perchè?! …te lo spiego nel prossimo articolo!

Joy